Le parole di Yasoda Nandana Das che introducono il nostro incontro…
«Yoga significa unione, unione con il proprio corpo, con la propria mente, con il proprio “se”, con gli esseri viventi, con l’universo e con l’Assoluto.
Esistono tante denominazioni, ma le tre principali schematizzazioni dello yoga sono tre e hanno a che vedere con il tipo di relazione che si intende instaurare con l’Assoluto (il quale possiede infiniti nomi.. Yaveh, Dio, Krishna, Allah ecc. ecc.).
L’Assoluto ci ama, non intende imporsi e, siccome è infinito, non ha alcuna difficoltà ad offrirsi a noi nel modo che noi preferiamo.
Per cui coloro che desiderano, dal rapportarsi con l’Assoluto, il proprio benessere, la salute, ma anche benessere e salute dei propri cari e del mondo, si indirizzeranno verso il KARMA YOGA, lo Yoga dell’Azione e del Rito.
Coloro che desiderano fondere se stessi con l’Energia Universale in modo da sfuggire ai condizionamenti della materia sceglieranno di percorrere la via del JNANA YOGA, lo Yoga della Conoscenza, lo Yoga della simbiosi con la Mente Divina.
Coloro che, invece, aspirano ad avvicinare l’Assoluto come Persona Suprema e allacciare con Lui relazioni anche amichevoli e intime, praticheranno il BHAKTI YOGA, ovvero lo Yoga dell’Amore, dell’Amore attivato nella vita e rivolto all’Assoluto e agli altri. Qualcuno chiama tale Yoga “devozione” che non è un mero comportamento religioso ma è, dalla radice linguistica che da vita a questo termine, un “dare” o “devolvere” tutto se stessi all’Assoluto e alla vita che Egli emana.
Certamente non si tratta di compartimenti stagni, ma di preferenze. Per esempio chi ama (Bhakti) vuole conoscere l’oggetto del suo amore (Jnana) e agisce concretamente a suo favore(Karma). Per cui non si può mai evitare di praticare tutti e tre gli Yoga insieme anche se prediligiamo uno dei tre approcci.
Dall’aver elencato questi tre principi in modo pur breve e schematico, si capisce che tutte le vie spirituali e religiose del mondo nascono dal combinarsi di questi tre Yoga, per cui tutto nasce dall’Uno e non c’è alcuna seria ragione per poter creare e nutrire rivalità.»
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